Turchia, ucciso lo scrittore Hrant Dink si batteva per i diritti delle minoranze
ANKARA - Lo scrittore e giornalista turco di origini armene Hrant Dink è stato ucciso a Instanbul davanti alla redazione di Argos, il giornale di cui era direttore. L'intellettuale, che da tempo si batteva per i diritti umani, è stato assassinato con quattro colpi di arma da fuoco: due lo hanno raggiunto alla testa, gli altri in varie parti del corpo. Più volte perseguito dalla giustizia turca, il giornalista era considerato uno degli esponenti di maggior spicco della comunità armena ed era famoso per aver qualificato come genocidio il massacro degli armeni commesso sotto l'impero ottomano. Una posizione che gli aveva procurato l'ostilità dei nazionalisti turchi che rifiutano il termine genocidio. Secondo quanto riporta la Cnn, Dink aveva ricevuto recentemente minacce di morte da parte di nazionalisti che lo consideravano un traditore. Durissima la reazione del premier turco Erdogan che ha definito l'assassinio "un attentato alla pace e alla stabilità del Paese" e ha asscicurato che "sarà fatto il possibile per catturare al più presto il killer". E da Ankara giunge la notizia dell'arresto di due persone. Dink, 53 anni, aveva fondato Agos, la rivista voce della comunità armena, e scriveva anche per i quotidiani nazionali Zaman e Birgun. Nato nel '54 a Malatya (Turchia), viveva a Instanbul da quando aveva sette anni. Si era formato nella scuola armena, poi si era laureato in zoologia all'Università di Instanbul pur continuando a dedicarsi agli studi di filosofia. Attivista per la democratizzazione delle Turchia, dalle colonne del suo giornale si batteva per i diritti civili e delle minoranze e per la ricerca del dialogo tra turchi e armeni.
Dink era stato processato per violazione dell'articolo 301 del codice penale - la cui modifica è stata più volte richiesta anche dall'Unione europea - che è servito da base per tanti procedimenti giudiziari contro intellettuali che contestavano la tesi ufficiale sulla questione armena. Secondo il sito del Pen american center, durante le udienze del processo i nazionalisti avevano inscenato proteste violente chiedendo una punizione per Dink. Nell'ottobre 2005 il giornalista era stato condannato da un tribunale di Instanbul a sei mesi di prigione con la condizionale per "insulto all'identità nazionale turca" per aver scritto un articolo sul genocidio del 1915. La pena era stata poi sospesa. "La morte di Dink - commenta il Consiglio per la Comunità armena di Roma proclamando il lutto - è frutto della cultura dell'odio verso gli armeni che ancora resiste nella frange estremiste della società turca. Un odio alimentato dal potere di Ankara. Ma l'assassinio di Dink è, purtroppo, anche il frutto di quell'opportunismo politico, di quegli interessi economici, di quella indifferenza che alberga in taluni settori della società europea ed italiana".
ANKARA - Lo scrittore e giornalista turco di origini armene Hrant Dink è stato ucciso a Instanbul davanti alla redazione di Argos, il giornale di cui era direttore. L'intellettuale, che da tempo si batteva per i diritti umani, è stato assassinato con quattro colpi di arma da fuoco: due lo hanno raggiunto alla testa, gli altri in varie parti del corpo. Più volte perseguito dalla giustizia turca, il giornalista era considerato uno degli esponenti di maggior spicco della comunità armena ed era famoso per aver qualificato come genocidio il massacro degli armeni commesso sotto l'impero ottomano. Una posizione che gli aveva procurato l'ostilità dei nazionalisti turchi che rifiutano il termine genocidio. Secondo quanto riporta la Cnn, Dink aveva ricevuto recentemente minacce di morte da parte di nazionalisti che lo consideravano un traditore. Durissima la reazione del premier turco Erdogan che ha definito l'assassinio "un attentato alla pace e alla stabilità del Paese" e ha asscicurato che "sarà fatto il possibile per catturare al più presto il killer". E da Ankara giunge la notizia dell'arresto di due persone. Dink, 53 anni, aveva fondato Agos, la rivista voce della comunità armena, e scriveva anche per i quotidiani nazionali Zaman e Birgun. Nato nel '54 a Malatya (Turchia), viveva a Instanbul da quando aveva sette anni. Si era formato nella scuola armena, poi si era laureato in zoologia all'Università di Instanbul pur continuando a dedicarsi agli studi di filosofia. Attivista per la democratizzazione delle Turchia, dalle colonne del suo giornale si batteva per i diritti civili e delle minoranze e per la ricerca del dialogo tra turchi e armeni.
Dink era stato processato per violazione dell'articolo 301 del codice penale - la cui modifica è stata più volte richiesta anche dall'Unione europea - che è servito da base per tanti procedimenti giudiziari contro intellettuali che contestavano la tesi ufficiale sulla questione armena. Secondo il sito del Pen american center, durante le udienze del processo i nazionalisti avevano inscenato proteste violente chiedendo una punizione per Dink. Nell'ottobre 2005 il giornalista era stato condannato da un tribunale di Instanbul a sei mesi di prigione con la condizionale per "insulto all'identità nazionale turca" per aver scritto un articolo sul genocidio del 1915. La pena era stata poi sospesa. "La morte di Dink - commenta il Consiglio per la Comunità armena di Roma proclamando il lutto - è frutto della cultura dell'odio verso gli armeni che ancora resiste nella frange estremiste della società turca. Un odio alimentato dal potere di Ankara. Ma l'assassinio di Dink è, purtroppo, anche il frutto di quell'opportunismo politico, di quegli interessi economici, di quella indifferenza che alberga in taluni settori della società europea ed italiana".